Descrizione
La dicitura si riferisce ad un documento del 1070 d.C. che elenca i beni della Chiesa di Reggio. Come possiamo notare si fa cenno ad un cappella dedicata al neo nato culto a San Giorgio all’interno di un territorio denominato Centum Iuges che, come abbiamo avuto modo di vedere in precedenza, è denominazione di origine romana.
Le vicende della nostra antica parrocchia si accavallano nei secoli e viene citata fra le filiali della Pieve di Fabbrico nel XIV-XV secolo come “Ecclesia de Rio cum capellis suis”. Solo qualche secolo dopo, nel 1613, si darà notizia della presenza di una canonica, che precedente fu la costruzione della casa del mezzadro.
Le fabbriche di cui parlano questi testi purtroppo non sono arrivate ai giorni nostri, esse sono state demolite e ricostruite più volte per le decadenti condizioni in cui si trovavano.
Finalmente nel 1851 i possidenti del nascente Comune fecero domanda all’Amministrazione correggese di sopraccaricarsi di una sovraimposta per la costituzione di un capitale denominato “Fondo Torre”. Tali ambizioni videro la luce nel 1871 quando vennero affidati i lavori per demolizione e successiva costruzione della nuova Chiesa con Torre dell’Ing. correggese Raffaele Villa.
Tutto ciò fu reso possibile grazie all’interessamento del parroco Don Giovanni Branchetti e del sacerdote don Giovanni Lolli che, insieme ad un maggiore esborso da parte del Comune, il 23 aprile (San Giorgio Martire) 1879 consacrarono festosamente la nuova Chiesa in occasione della festa padronale di Rio Saliceto.
Infine si dovette attendere dieci anni e l’intervento del nuovo sacerdote, Domenico Beneventi, per la costruzione dell’attuale Canonica, firmata ancora una volta da Pier Giacinto Terrachini.
In quanto alla decorazione pittorica della stessa Chiesa, so dovette attendere l’intervento del prevosto Marino Roccatagliati che nel 1945, affida l’incarico di decorare gli interni al carpigiano Nello Mazelli.
Il suo assistente fu il “Gennari”, Roberto Montanari, noto decoratore riese che, grazie ai suoi studi e alle sue doti, affrescò molti edifici all’interno del Comune e non solo. Conosciuto ed apprezzato da molti, sia per i lavori effettuati all’interno della Chiesa sia per quelli nella Canonica, gli fu affidato anche l’incarico di restaurare e ridisegnare lo stemma comunale posto all’interno del frontone della facciata del municipio.
Fra gli elementi di rilievo raffigurati dall’artista vogliamo ricordare soprattutto la decorazione presente nella seconda volta a crociera sul soffitto della navata centrale. Qui, uno scudo, un elmo con pennacchio e una palma, una spada e una lancia, simboleggiano S. Giorgio: il cavaliere che trafisse il leggendario drago e venne martirizzato. Nella parte inferiore vi è anche un’iscrizione che recita: “Fiders omnia vincit” (“la fede vince ogni cosa”).
Le sette pale d’altare invece, sono lavori precedenti di artisti di formazione emiliana, esse sono databili fra il primo Seicento e il tardo Settecento. Alle pareti della Chiesa troviamo quindi: I Santi Carlo Borromeo, Michele Arcangelo e Biagio (tela); La Madonna di Loreto sostenuta e incoronata dagli Angeli ed in basso la scena della Visitazione; La visione della Vergine a S. Filippo Neri; Madonna della Ghiara e i Santi Sebastiano, Nicola da Bari e Antonio; Madonna col Bambino, S. Giovannino e S. Giorgio (tela); Madonna del Carmine (tela); Madonna del Rosario, i Santi Antonio Abate, Domenico, Luigi di Francia e Lucia (tela).
Il sisma dell'ottobre 1995 ha reso necessari il consolidamento della copertura ed il restauro dell'apparato decorativo, inaugurati nel 2000.
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